La vita
di San Giuda Taddeo
Nato
a Nazareth, in Galilea, da Alfeo, fratello
di San Giuseppe e da Maria di Cleofe, una delle
pie donne che secondo la narrazione evangelica
accompagnarono Gesù al Calvario e a cui
gli angeli annunziarono la Resurrezione il lunedì
di Pasqua.
Giuda Taddeo, soprannominato Taddeo "Thad"
che significa "dolce, misericordioso, amabile,
generoso" e "Lebbeo", coraggioso,
era quindi della stirpe regale di Davide e cugino
di Gesù.
Quasi coetaneo del Salvatore, San Giuda trascorse
con Lui la sua infanzia.
Animo generoso e sensibilissimo, dallo sguardo
penetrante e dal sorriso dolce e amabile come
quello di Gesù, di bell'aspetto, Giuda
fu uno dei primi a ricevere la chiamata ad essere
Apostolo; seguì per tutta la vita senza
tentennamenti e con eroica fermezza la chiamata
del Signore.
La sua esistenza, durante la vita pubblica di
Gesù, si confonde con quella degli altri
Apostoli.
Con loro segue il Maestro nel Suo viaggiare per
le terre palestinesi ed è ancora con loro,
accanto a Gesù, nei giorni che precedono
la crocifissione.
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Fu quindi
uno dei dodici Apostoli e nell'Ultima Cena domandò
a Cristo come mai si fosse manifestato solo agli
Apostoli e non a tutto il mondo (Gv. 14,22). E'
l'unica frase che il Vangelo riporta di lui e
che illumina il suo entusiasmo verso la Parola
di Gesù, tanto che vorrebbe fosse conosciuto
da tutto il mondo.
Secondo il martirologio romano il campo di azione
apostolica di S. Giuda fu vastissimo: evangelizzò
prima la Giudea, poi la Mesopotamia ed infine
la Persia, portando ovunque il lume della verità.
Fu in una di queste province che l'Apostolo indirizzò
ai fedeli una lettera, vergata con stile vivacissimo,
per combattere eretici, bestemmiatori, sleali
che con le loro false dottrine travisavano le
questioni fondamentali della Fede, mentre davano
scandalo per le sregolatezze dei loro costumi.
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In
Persia Giuda Taddeo si ricongiunse con Simone
il Cananeo ed insieme evangelizzarono la regione;
con i miracoli e con la dottrina convertirono
alla Fede quelle nazioni barbare. Gli indovini
e gli stregoni del posto, preoccupati e invidiosi,
incitarono alla rivolta gli abitanti. Giuda e
Simone si rifiutarono di sottomettersi ai loro
dei e di fare sacrifici e furono martirizzati.
Alcuni sostengono a colpi di bastone, altri decapitati
con la spada, o un'ascia. Si ritiene che il martirio
sia avvenuto l'anno 70 d.C. La Chiesa celebra
la ricorrenza il 28 Ottobre giorno del loro martirio.
I resti mortali dei due Santi Apostoli vennero
in seguito trasportati da Babilonia a Roma e depositati
nella Basilica di S. Pietro nella cappella laterale
di S. Giuseppe (detta anche della Penitenza),
a sinistra della Confessione. Purtroppo il nome
di San Giuda Taddeo viene spesso dimenticato o
confuso con quello del traditore, Giuda Iscariota.
La Chiesa e il popolo cristiano lo onora e lo
invoca con singolare fiducia fin dal secolo XVIII
quale patrono dei casi disperati, degli affari
senza rimedio, il Santo degli impossibili.
Dio ha concesso a San Giuda poteri straordinari
ed è specialmente in casi difficili che
il suo mirabile aiuto viene esperimentato.
Migliaia di persone invocano quotidianamente il
suo intervento e molte loro preghiere sono state
esaudite in modo miracoloso, anche quando la domanda
sembrava senza speranza.
Qualunque sia la malattia, la povertà e
la miseria, l'angustia del cuore e dell'anima,
perfino la disperazione, si può ricorrere
a questo grande Santo e chiedere la sua potente
intercessione.
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