Ultima festa del mese di ottobre,
è quella degli Apostoli Simone e Giuda,
che il nuovo Calendario della Chiesa ha confermato
alla data tradizionale.
Il Simone di oggi è il secondo tra i discepoli
di Gesù che portò quel nome. Il
primo fu colui al quale Gesù stesso mutò
il nome con quello di Cefa, cioè Pietro,
il santo di oggi è invece Simone detto
il Cananeo o lo Zelota, che gli elenchi degli
Apostoli citano, ma sul conto del quale i libri
sacri sono poi completamente muti, così
che nulla di certo si conosce sul suo conto. La
tradizione lo dice missionario e anche, secondo
alcuni, in Inghilterra, martirizzato poi dai Persiani.
Anche il suo compagno, San Giuda, non va confuso
con l'omonimo Apostolo traditore, Giuda Iscariota,
il "figlio della perdizione". Quello
di oggi è Giuda fratello di Giacomo, detto
Taddeo, cioè "dal petto largo",
che vuoi dire poi "magnanimo".
Il nome di Giuda, prima che l'infelice traditore
lo rendesse odioso, era uno dei più belli
nella storia ebrea. Era stato portato da uno dei
figli di Giacobbe o Israele, e a Giuda si intitolò
una delle dodici Tribù, quella dalla quale
sarebbe fiorito, in Betlemme, terra di Giuda,
il virgulto del Messia.
Giuda Maccabeo, eroe della rivolta giudaica contro
Antioco IV, e Giuda detto il Santo, maestro per
eccellenza, avevano reso onore a quel nome, come
gli rese onore l'Apostolo San Giuda, detto Taddeo,
che possiamo immaginare alla mensa del Redentore,
proprio accanto al suo omonimo Giuda Iscariota.
Egli domanda a Gesù: "Signore, che
cosa è avvenuto, che tu debba manifestarti
a noi e non al mondo?". E Gesù gli
risponde: "Se uno mi ama, osserverà
la mia parola, e il Padre mio l'amerà e
verremo a lui, e faremo una cosa sola".
È la lezione dell'amore mistico, che, Giuda
Taddeo provoca con la sua domanda. L'amore di
Dio unisce, mentre l'amore di se stessi divide.
Per questo, San Giuda scrisse una breve lettera,
nella quale rimprovera i fomentatori di discordie,
che chiama "nuvole senza acqua, portate qua
e là dai venti; alberi d'autunno, senza
frutto, onde furiose del mare, che spumano le
proprie turpitudini; astri erranti, ai quali sono
serbate in eterno le tenebre più profonde".
"Costoro - egli dice - sono mormoratori queruli
che vivono secondo i loro appetiti, e la loro
bocca parla di cose superbe, e se lodano qualcuno,
lo fanno per fini interessati".
La breve lettera di Giuda, che fu giudicata "piena
della forza e della grazia del cielo", ci
fa intravedere la figura di San Giuda come maestro
fermo e sapiente, che esercitò con zelo
e con amore quella missione affidata da Gesù
ai suoi Apostoli, prima di lasciare la terra per
il cielo.
Infatti, dopo l'Ascensione, anche Giuda Taddeo
andò a portare nel mondo la Buona Novella.
Secondo qualcuno, egli avrebbe evangelizzato la
Mesopotamia; secondo altri la Libia. Si crede
che morisse anch'egli Martire, e il suo corpo
sarebbe stato sepolto in Persia.
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