Quantunque varie siano le opinioni
dei Padri e degli Evangelisti circa la prosa
pia dell'Apostolo San Giuda Taddeo, tutti sono
concordi nel ritenere storicamente che egli
discenda dalla stirpe regale di Davide e quindi,
come tale sia consanguineo di Gesù Cristo.
Infatti, il padre di San Giuda, chiamato Cleofa,
era fratello germano di San Giuseppe Sposo della
Beatissima Vergine; la madre, chiamata Maria
di Cleofa, era cugina della medesima Beatissima
Vergine: quindi San Giuda Taddeo era cugino
carnale di Gesù.
San Giuda fu quindi uno dei dodici Apostoli
ed è annoverato, secondo San Marco, al
decimo posto della gerarchia apostolica e, secondo
San Luca, all'undicesimo posto.
Il campo di azione apostolica di San Giuda fu
vastissimo; evangelizzò prima la Giudea,
poi la Mesopotamia ed infine la Persia portando
ovunque il lume della verità, trasmettendo
il Verbo del Signore ed operando, in Suo nome,
i più segnalati miracoli: il numero dei
discepoli aumentava di giorno in giorno, traeva
a sé moltissimi cristiani, nominava Diaconi,
Sacerdoti e Vescovi e fondava Chiese Cristiane
in tutte le contrade da lui attraversate.
Ritornato in Persia si riunì all'Apostolo
San Simone e con lui dovette fieramente combattere
contro le eresie di Zaroes e Arfexat, sacerdoti
idolatri, che avevano sconvolto la coscienza
di quel popolo preparandolo alla rivolta contro
la parola e le opere dei due Santi Apostoli.
San Giuda sapeva che la sua missione terrena
era alla fine e che il martirio, per la gloria
di Dio, era vicino!
Giunti appunto in Suamyr, grande centro della
Persia, i due Apostoli presero alloggio presso
un loro discepolo, chiamato Semme; la mattina
seguente al loro arrivo, i sacerdoti idolatri
di quella città, seguiti da una grande
moltitudine di popolo aizzato dalle velenose
pressioni di Zaroes ed Arfexat, circondarono
la casa di Semme reclamando a viva voce la consegna
dei due Apostoli.
"Consegnaci, o Semme, all'istante i nemici
dei nostri dèi, altrimenti ti bruceremo
la casa!".
A queste parole minacciose che non ammettevano
replica, San Giuda e San Simone si affidarono,
vittime della loro fede, nelle mani di quei
forsennati che li obbligarono inutilmente ad
adorare le loro false deità; bastonati
entrambi a sangue, trovaruno la forza di guardarsi
negli occhi e San Giuda, rivolto al compagno
di martirio, gli disse: " Fratello, io
vedo il Signore Nostro Gesù Cristo che
a sè ci chiama ".
La turba degli idolatri, ignara di questi celesti
colloqui, spinta da un insano furore, si avventò
con maggiore accanimento sopra i corpi già
sanguinanti dei due Santi Apostoli facendone
scempio: la corona del martirio brillava sul
loro capo glorioso!
Mentre le loro anime sante venivano accolte
nella Patria eterna e poste alla destra del
Padre per il Quale avevano dato l'olocausto
della vita, il cielo di Suamyr, teatro di quel
barbaro martirio, veniva squarciato da terribili
folgori, il tempio idolatra raso al suolo ed
i due sacerdoti Zaroes ed Arfexat, autori indegni
dello scempio, fulminati dalla giustizia divina.
Si ritiene che il martirio sia avvenuto l'anno
70 dell'era cristiana, cioè 36 anni dopo
l'Ascensione di Gesù Cristo in Cielo;
la Chiesa celebra la ricorrenza il 28 ottobre,
giorno del loro martirio.
I corpi dei due Santi Apostoli vennero custoditi
in Babilonia in un sontuoso tempio cristiano
fatto costruire, in tre anni di lavoro, da quel
re cristiano; quel sepolcro divenne immediatamente
glorioso per la frequenza dei miracoli operati
dal Santo.
Da Babilonia le reliquie vennero successivamente
trasportate a Roma e deposte nella Basilica
Vaticana ai piedi di un altare dedicato ai due
Santi Martiri.
Da questo sepolcro il Santo che tanto sollecitamente
risponde alle invocazioni di soccorso del genere
umano, dispensa al mondo le grazie ed i favori
più eletti che la misericordia del Signore
accorda alle sue potentissime suppliche.
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